HOW TO SHOP

1Login or create new account.
2Review your order.
3Payment & FREE shipment

If you still have problems, please let us know, by sending an email to support [ @ ] website.com . Thank you!

SHOWROOM HOURS

Mon-Fri 9:00AM - 6:00AM
Sat - 9:00AM-5:00PM
Sundays by appointment only!

CREA IL TUO ACCOUNT

*

*

*

*

*

*

PASSWORD DIMENTICATA?

*

Vuoi essere aggiornato sulle nostre offerte?

Dintorni

AGROPOLI

Agropoli è una cittadina italiana di circa ventimila abitanti prescelta da generazioni di turisti per trascorrere le proprie vacanza e, sempre di più, da residenti che adorano la qualità della vita del piccolo centro cilentano.Antico borgo marinaro, Agropoli viene tradizionalmente considerata il limite superiore del Cilento, regione geografica che termina col golfo di Sapri. La sua posizione privilegiata, alla chiusura del golfo di Salerno sul mar Tirreno, le dona un clima gradevole. L’adiacente Piana del sele poi, assicura la vicinanza di risorse storiche/archeologiche oltre che di una serie di risorse gastronomiche di primissima qualità.

agropoli-promontorio-foto-mazzafoto

LE 5 COSE DA NON PERDERE:

  • La baia e lo scoglio di Trentova
  • La pizza agropolese servita in un cestino di vimini
  • Gli scaloni e la porta del centro antico
  • Il tramonto dal borgo medievale
  • La passeggiata al lungomare San Marco.

 

 

 

 

CASTELLABATE

Patrimonio mondiale dell’Umanità, Comune Gioiello d’Italia . Luogo unico nella cultura e nel paesaggio cilentano. Il termine Castellabate deriva dalle parole latine CATRUM e ABATIS: Castello dello Abate; infatti Castellabate fu fondata da Costabile Gentilcore, IV Abate della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni, il 10 ottobre del 1123. Le deliziose frazioni marine (S.Marco, S.Maria, Lago ed Ogliastro) completano l’offerta turistica offrendo al visitatore una varietà unica di ambienti ed atmosfere cilentane.

Santa Maria di Castellabate

LE 5 COSE DA NON PERDERE:

  • Il tramonto dal Castello di Castellabate; ogni sera d’estate dalle 19.30 alle 20.20 Belvedere di San Costabile. Centro Antico.
  • Il Borgo medioevale di Castellabate con i set del film “Benvenuti al Sud”.
  • Isola di Licosa, resti di un grande insediamento romano ed una vasca per l’allevamento delle murene. Ammirate la rara lucertola smeraldina con una particolare livrea verde/azzurra.
  • Porta delle gatte sul porto del Lu Traviersu- Magnifica costruzione ad archi sovrapposti.
  • La spiaggia dei rocchi- In zona Lago, ben indicata all’ingresso della frazione. Fori nella roccia calcarea dei rocchi utilizzati per la costruzione di colonnati di forma circolare, forse della stessa Paestum.

 

Altri punti di interesse:

 

Capaccio Paestum

Capaccio Paestum è una delle città più importanti della provincia di Salerno per estensione, risorse agricole, patrimonio storico-culturale e turismo. La sua economia si basa su due risorse fondamentali, l’agricoltura e il turismo. La città si articola su un territorio vasto e privilegiato, in cui mare, verde, storia e tradizioni si fondono per dar vita ad un’esperienza autentica ed unica nel suo genere. Affacciato sul mar Tirreno, gode di un affascinante paesaggio naturalistico, dove la tipica macchia mediterranea e la pineta abbracciano e caratterizzano i 14 km di spiaggia di sabbia finissima. Si estende nella fertile e generosa piana del Sele dalla quale si ottengono prodotti genuini come carciofi, pomodori e la mozzarella di bufala [prodotta secondo la locale tradizione artigianale]. L’antica città di Paestum riconosciuta dall’UNESCO “patrimonio dell’umanità” è uno dei principali parchi archeologici del mondo, porta con sé 2500 anni di storia dalla quale è facile indovinare le gesta e la vita delle antiche popolazioni greco-romane,vantando numerosi visitatori durante tutto l’anno. Il territorio prosegue e si sviluppa lungo le pendici della collina, ricca di piantagioni di ulivo e fichi, per poi terminare e completarsi nell’antico borgo di capaccio, nel quale è possibile apprezzare antichi palazzi storici, portali, vicoletti e un incantevole panorama che affaccia su tutta la piana volgendo lo sguardo fino al mare. Terra antichissima, autentico scrigno di tesori, porta d’ingresso del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.

PAESTUM

Paestum, la più bella città della Magna Grecia, a più di 2500 anni dalla fondazione, conserva intatto il proprio charme. L’antica città occupa una posizione strategica a pochi chilometri a sud della costiera Amalfitana e a nord della costiera Cilentana, fungendo da porta d’ingresso per il Parco Nazionale del Cilento. Inserita nel 1998 dall’UNESCO tra i siti patrimonio dell’umanità, oggi è considerata una delle aree archeologiche più importanti al Mondo. L’antica Poseidonia, colonia greca, la cui fondazione è collocata dagli storici a cavallo tra il VI e il V secolo a.C., Giasone, di ritorno dalla spedizione degli Argonauti che si erano impossessati del Vello d’oro, si era fermato alla foce del fiume Sele per erigere un santuario in onore di Hera Argiva. Nel 273 a.C. Poseidonia diventa colonia dell’impero Romano, assumendo il nome di Paestum. Durante il dominio dei romani, Paestum subisce profonde trasformazioni urbanistiche e accresce la propria potenza commerciale, diventando un punto per tutti i traffici che si sviluppano nel bacino del Mediterraneo. Paestum 232L’area archeologica è racchiusa all’interno di una cinta muraria di circa 5 Km, nasce tra il mare e la collina di Capaccio, l’antica Caputaquae. L’area oggi visitabile rappresenta soltanto un piccolo settore della città antica, il cui perimetro è definito dal circuito, ben conservato, delle mura di cinta composte da blocchi di calcare e dotati di 28 torri e di quattro porte principali: Porta Aurea a Nord, Porta Sirena ad Est, Porta Marina a Ovest e Porta Giustizia a Sud. La visita può iniziare dal santuario settentrionale, il cui monumento più importante è rappresentato dal tempio di Atena [cosiddetto tempio di Cerere], costruito alla fine del VI secolo a.C. su di un rialzo artificiale del terreno. A Sud del santuario è possibile vedere due edifici pubblici di età greca posizionati nell’area dell’agorà: il cosiddetto heroon, edificio destinato al culto di un personaggio eminente, forse il fondatore di Poseidonia eroicizzato dopo la morte; l’ekklesiasterion, monumento per le assemblee pubbliche, definitivamente obliterato in età lucana. Proseguendo verso Sud, il percorso permette di visitare alcuni isolati e abitazioni di età romana; lasciando sulla sinistra i resti dell’anfiteatro, e passando davanti ad un edificio pubblico dotato di piscina destinato al culto di venere, si giunge nel foro romano; la piazza è circondata da tabernae e su essa si affacciano il Comitium, il più importante monumento pubblico della colonia latina, e il cosiddetto tempio della Pace.Da Vedere: VILLA SALATI E LE BUFALARE,HERA ARGIVA,CAPUTAQUIS:CAPACCIO VECCHIA, CAPACCIO:IL CENTRO STORICO,TORRE DI PAESTUM.

CAPODIFIUME

Gli inizi del processo insediativo sulle pendici del Calpazio, risalgono all’età protostorica. Nell’età del ferro verso il IX secolo a.C., un gruppo di cultura villanoviana si stabilì a valle del monte, nei pressi delle vicine sorgenti del Capodifiume. Qui le sue acque, molto ricche di carbonato di calcio, formano un laghetto su banchi travertinosi, dovuti all’azione delle sorgenti stesse. Nella piana a sud del lembo calcareo del Calpazio, erano estratti i travertini impiegati per la costruzione di edifici e strade nell’antichità e nel medioevo. La stessa Poseidonia è stata costruita a strati formatasi per la stagnazione delle acque del Capodifiume che attraversa la piana da est a ovest. Il fiume avrebbe assegnato il nome a Capaccio, derivante da Caput Acquae o Caput aquis [capo delle acque]. Questa è l’etimologia più accettata anche se qualcuno sostiene che le acque non siano quelle del fiume, ma d’alcune piccole sorgenti sui monti. Ritrovamenti di offerte votive testimoniano che a Capodifiume era ubicato un santuario extra-urbano di tipo rurale dedicato a una divinità femminile, forse Demetra o Persefone-Kore probabilmente del periodo lucano più che greco.

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL GRANATO

L’iconografia della Madonna del Granato seduta su un trono con il bambino in braccio e il bambino e il melograno è straordinariamente simile a quella di Hera Argiva, il cui culto importato dai coloni greci, si trasmette ai lucani e ai romani, e sembra continuare nella tradizione cristiana. L’origine di Capaccio vecchia è fissata intorno alla fine del IX secolo. Le incursioni dei Saraceni, installatisi ad Agropoli [13km a sud di Paestum], favorivano le emigrazioni da Paestum e dalla pianura che il fiume Salso rendeva paludosa con il diffondersi della malaria. Non è stato però, possibile accertare se l’insediamento altomedievale sia stato dovuto a un incremento d’insediamenti già esistenti in quel periodo. La fondazione di una chiesa preromanica del VII secolo e di un probabile nucleo monastico italo-greco debbono essersi avuti dopo un periodo di lungo abbandono e seguono gli inizi di un processo di concentrazione di popolazioni sparse, che nell’arco di due secoli porta alla formazione di un vero centro urbano.images Le prime testimonianze scritte relative a Capaccio compaiono nella metà del X secolo e parlano del sito come “castellum” entro il quale risiede il vescovo pestano e di una chiesa dedicata a S.Maria. Nel 1954 il vescovo pestano si reca a Velia per rilevare le reliquie di S.Matteo, lì ritrovate e le depone solennemente nella chiesa di Caputaquis. Le reliquie furono poi rivendicate dal principe di Salerno, Gisulfo I e traslate nella capitale del principato. Una campagna di scavi condotta da un’equipe italo-polacca, tra gli anni settanta e ottanta, ha scoperto dunque le tracce di una chiesa più antica nella zona dell’attuale sagrato. Alla fondazione di questa chiesa preromanica, fa seguito in questa area un’intesa e complessa attività edilizia che porta a cambiamenti strutturali della chiesa primitiva, accanto alla quale verso la fine del XI secolo viene costruito l’episcopio poiché il vescovo di Paestum vi trasferisce la sede della diocesi. Nel XII secolo s’innalza l’attuale cattedrale. Ulteriori ristrutturazioni saranno apportate alla vecchia chiesa che ne cambieranno anche la funzione. Verso la fine del XVI secolo, il centro viene abbandonato e ha inizio la progressiva degradazione del complesso. Nel XVIII secolo, solo la cattedrale rimane in piedi ed è trasformata in santuario. In questa fase, la chiesa viene restaurata e l’area antistante è risistemata con un cambiamento del percorso del sagrato. La cattedrale aveva il prospetto tipico delle chiese romaniche a tre navate. I restauri più noti sono stati eseguiti nel 1708, dal vescovo Nicolai, che [come ricorda un’epigrafe murata a sinistra dell’altare maggiore] probabilmente aveva realizzato dei locali sopra la navata sinistra, e l’altro nel 1836 dal vescovo Barone.

SANTUARIO DEL GETSEMANI

Il Santuario del Getsemani di Paestum, è una delle architetture più giovani e moderne presenti nel territorio di Capaccio. Inserita nella verde collina di Capaccio, in una posizione di privilegio, è possibile ammirare uno splendido panorama che si estende dalla fertile pianura del Sele sull’ampio golfo di Salerno, fino alla costiera amalfitana, e sul lato opposto fino al promontorio di Agropoli, all’orizzonte è possibile ammirare l’isola di Capri. Il complesso è stato realizzato alla fine degli anni 50 sul progetto dell’Arch. IIdo Avetta. La struttura, inaugurata nel 1959 è ricca di opere d’arte eseguite in stile moderno e attualmente comprende un vasto parco, una casa spirituale, un chiostro, la chiesa superiore con cupola policroma e la cripta. Sul piazzale del Santuario si trova una statua di bronzo della “Madonna della Luna” opera di Giuseppe Romano. La statua è stata inaugurata nel 1971 a ricordo della missione americana sulla luna del 1969. Entrando nella chiesa superiore si possono ammirare delle splendide raffigurazioni [la Vergine Assunta circondata da cinquanta Santi dell’Italia meridionale e il cammino spirituale dell’uomo] sui vetri della cupola. Al centro della chiesa superiore vi è un’apertura a forma di stella che permette di affacciarsi sulla cripta. Sulle pareti del chiostro una Via Crucis, realizzata in ceramica, richiama la passione di Cristo. Nella cripta è possibile ammirare una splendida statua del Cristo in agonia, con lo sguardo ricolto al cielo e con le mani giunte in atteggiamento di supplica. Intorno alle pareti circolari della cripta si snodano quindici altari con al centro quello della Madonna di Pompei. Questi altari sono dedicati ai più famosi Santuari della Madonna del Granato, e ad alcuni tra i Santi più conosciuti del sud. Accanto al santuario si erge la casa di spiritualità con i suoi 150 posti. Nel parco della casa c’è una Via Crucis dipinta a mano su piastrelle a cotto, e un anfiteatro di recente costruzione adibito a celebrazione liturgica soprattutto nel periodo di Pasqua.

TOP